venerdì 30 novembre 2007

Hdspa, o della libertà

Odio Telecom Italia. Profondamente. La vedo come una vecchia signora bastarda, rinsecchita, acida. L'ho sempre odiata. Sono quattro (e più?) anni che abito nella casa in cui sono, ma non sono mai riuscito, per quanti tentativi abbia fatto, a farmi collegare un ADSL a casa. Ho dovuto ricorrere ai peggiori sotterfugi, ma niente ha avuto effetto: sono dietro a un Mux e mi attacco, almeno fino a che qualcuno, nella beneamata Telecom Italia, non si deciderà a rinnovare un minimo la rete anche nelle "zone disagiate" come quella in cui abito. Che, per la cronaca, fa parte della Capitale d'Italia.
Ho sopportato, ho lottato, ho sofferto. Tutto inutile, il mostro affamato che controlla le nostre linee telefoniche non ha voluto sentire ragone.
Finché, disperato, non ho deciso di comprare un modem Hdspa (3.2 gbit di velocità teorica massima... Non va a quella velocità ma ne vale la pena!). Funziona, e poche ore dopo averlo comprato sto scrivendo queste righe collegato con il "bambino".
La tecnologia non dà la libertà. Ma, se la usiamo bene e con intelligenza, a volte può darci una mano.
Fanculo, Telecom. Per adesso uso 'sto coso, in attesa che tu faccia la fine di Alitalia.

giovedì 22 novembre 2007

Perché si è rotto il giocattolo?

La full immersion degli ultimi giorni mi ha portato, molto più degli anni scorsi, a riflettere su di un problema che, tempo fa, mi aveva assillato non poco. Perché la fisica fondamentale, quella che in parole povere descrive le leggi base della natura, ha fatto così pochi passi avanti negli ultimi trent'anni?
Non mi piace partire da un'affermazione per poi dimostrarla, ma in questo caso credo che farò proprio così... Anche se più che una dimostrazione si tratta di un racconto anche abbastanza tranquillo.
La fisica, almeno quella fondamentale, ha avuto un incremento esponenziale delle sue conoscenze e delle spiegazioni date che, a partire da Newton in poi, non si è fermato. La sequenza è spettacolare: gravitazione, meccanica, elettromagnetismo, fisica atomica, relatività generale, meccanica quantistica, fisica subatomica (non è il suo vero nome, ma tant'è...)... Sono arrivate una dopo l'altra, fino agli anni settanta dello scorso secolo è stato un susseguirsi continuo di nuove teorie, nuove spiegazioni, nuove formule sempre più importanti e spettacolari.
Poi, trent'anni fa, il sistema è andato rallentandosi fino a fermarsi completamente. Certo, sono uscite nuove teorie - anche di estremo successo - su fenomeni secondari, su argomenti particolari che hanno aiutato a creare argomenti sempre più spinti. Ma i fondamentali, quelle teorie che hanno come unico scopo quello di illustrare quali siano i costituenti e le regole che governano l'universo, si sono fermati, limitandosi a fornire teorie sempre più astruse, sempre meno verificabili, una dopo l'altra, spesso in contrasto (anche veemente) tra di loro.
Molti passi sono stati fatti, è vero, ma sono passi piccoli, poco importanti. Niente di eclatante. Perché tutto questo? Chi ha tirato il freno a mano?
Nessuno. E' stata la fisica che si è scavata la fossa da sola. L'esplosione di fisica teorica dopo la seconda guerra mondiale ha fatto sì che decine e decine di migliaia di pagine venissero scritte, molte sono durate lo spazio di un mattino, molte altre hanno superato la prova degli anni. Le abilità matematiche di giovani dotati sono state messe alla prova e hanno superato brillantemente l'agone, pubblicando capolavori di precisione e di virtuosismo senza eguali. I fenomeni sono stati spiegati, uno dopo l'altro, fino a che non ci si è trovati di fronte ad uno scoglio.
Sono finiti i fenomeni da spiegare.
Ora, intendiamoci, non è che si sappia tutto dell'universo. A dire il vero non sappiamo praticamente niente, ma come Socrate sappiamo di non sapere. Il problema è che i fenomeni da studiare dipendono strettamente dalla tecnologia: se siamo in grado di generare elettricità allora possiamo buttarci in una spiegazione dell'elettromagnetismo, altrimenti non ne abbiamo proprio la possibilità. Se dobbiamo capire come funziona un motore a vapore sviluppiamo la termodinamica. Se dobbiamo spiegare la radioattività ricerchiamo la fisica nucleare. Facciamo esperimenti, troviamo risultati, e poi i teorici si buttano sulle spiegazioni, elaborando pregnanti teorie, facendo previsioni sui risultati degli esperimenti e bruciando le teorie una dopo l'altra fino a trovarne qualcuna che funziona E la fisica fa un passo da gigante in avanti.
Ma, purtroppo, adesso la teoria è arrivata molto, molto avanti. Negli anni settanta abbiamo appreso che esistono i quark, e quando si è capito che non ci si poteva far nemmeno una bomba anche i militari hanno cominciato a disinteressarsi. Le uniche due fonti di nuovi dati rimaste sono i grandi acceleratori di particelle e l'osservazione del cosmo. Gli acceleratori raggiungono energie che sono, per adesso, almeno una generazione indietro alle teorie che dovrebbero confermare. Le osservazioni del cosmo ci danno una quantità immensa di dati, ma per adesso sono così complessi che ci siamo resi conti che abbiamo bisogno di un salto nei fondamentali per poterle spiegare decentemente. Ma i nuovi, inspiegati fenomeni che potrebbero far andare avanti i fondamentali purtroppo latitano. Sono nascosti nei meandri delle particelle, nelle deviazioni sperimentali e nell'accuratezza degli strumenti. Sono intorno a noi, ma non abbiamo ancora gli occhi per vedere, dovremo aspettare che la tecnologia corra di nuovo in avanti, creando nuove meraviglie in attesa di una spiegazione sistematica.

lunedì 19 novembre 2007

Cortesie (quantiche) per gli ospiti

Scrivere di un argomento tecnico non è mai banale. Spesso, quando si scrive per un pubblico generale - ad essere cattivi di solito si dice profani, ma in un'era politically correct come questa al solo scrivere questa parola temo di rischiare il linciaggio - si è costretti ad effettuare singole e doppie traduzioni. Il rischio del lost in translation è altissimo.
Quando poi si tratta di Fisica Teorica, con i tutti i problemi di interpretazione e le guerre sante che impazzano tra le varie scuole, parlarne, in parole semplici, diventa come cercare di danzare per un campo minato. E' probabile che si zompi (leggiadramente) su una mina, con le conseguenze del caso.
Nonostante questo, visto che mi sono lanciato in una disamina della ToE di Garrett Lisi, mi trovo a dover parlare di un argomento estremamente tecnico ed ostico da comprendere sia per chi abbia gli strumenti necessari si per chi - e sono la stragrande maggioranza - non ne ha. Io, a dire il vero, mi trovo un po' a metà strada, visto che ho un po' degli strumenti che servono ma che devo spesso ricorrere ai miei tomi o alla rete per chiarirmi alcune parti... Mentre ci sono alcuni passaggi che svicolano del tutto dalla mia comprensione (in questo caso adotto una tecnica molto semplice: se nelle discussioni il passaggio viene dato per buono lo do anch'io per buono... Non molto scientifico ma spesso funziona!).
Mi rendo conto però che, per poter cominciare a parlarne, sono costretto a dare qualche nozione di base. Faccio 3 (dico 3!) premesse però:
  1. Non sono mai stato un grande Fisico, men che meno adesso che mi ritrovo a quindici anni di distanza dai miei studi. Dirò delle cose che a qualunque persona con un po' di conoscenze sembreranno delle boiate, ma serviranno, con esempi assolutamente inadeguati, a rendere un po' più chiari dei concetti che chiari non sono.
  2. Tenterò di non scrivere equazioni né di disegnare astrusi diagrammi. Non è banale, ma ci provo. Questo porterà a descrizioni assolutamente fuori di testa di fenomeni fisici che, ancora una volta, farebbero vomitare qualunque fisico.
  3. Questa è fisica, non buonsenso. Tutto quello che l'uomo comune crede di sapere non funziona. Non è grave, non c'entra niente con la religione, non fa male. Ma è un mondo "diverso" da quello a cui si è abituati.
Il mondo come noi lo conosciamo è fatto da osservabili. Questo significa che qualunque cosa che ci è intorno, qualunque sensazione, colore, suono ecc. è composto da svariate "osservazioni", quali possono essere ad esempio affermazioni del tipo "il legno è duro", "la luce è bianca" e così via. La fisica studia le relazioni tra questi osservabili, la maniera in cui questi interagiscono tra di loro e con noi (con grandissimo volo di fantasia siamo definiti "gli osservatori") e tenta di fare previsioni sul loro comportamento in determinate situazioni; tramite queste osservazioni le teorie fisiche - intese come insieme di regole che descrivono come si dovrebbero comportare questi osservabili - vengono messe alla prova. Se una teoria fa previsioni esatte funziona. Se sbaglia non funziona. Gli "sbagli" ci aiutano a definire il campo di applicazione di una teoria: ad esempio sappiamo che la teoria della gravità di Newton non dà previsioni accurate per l'orbita di Mercurio (uno spostamento infinitesimale, ma misurabile) e quindi possiamo dire che entro una certa approssimazione possiamo calcolare le orbite dei pianeti usando Newton, ma quando abbiamo bisogno di un'accuratezza maggiore dobbiamo rivolgerci alle più divertenti equazioni dello zio Albert.
Sappiamo che le interazioni tra osservabili sono appena quattro (perché quattro? Si prega di mettere questa domanda da parte per successivo utilizzo). Sono dette Interazione Nucleare Forte, Interazione Nucleare Debole, Interazione Elettromagnetica e Interazione Gravitazionale.
Le ultime due sono conosciute da secoli e facilmente sperimentabili: "prendere una scossa" è Elettromagnetismo (ma anche vedere, stendersi al sole ed abbronzarsi, ecc.), "cadere" è gravità. Le prime due sono un po' più difficili da notare, se non in caso di esplosione nucleare (per la Forte) o di portarsi in giro un pezzetto di materiale radioattivo (per la debole).
Ok, sono già un bel po' di informazioni. Andiamo avanti.
La grande sfida, il Santo Graal, l'Anello del Potere per i fisici oggigiorno è un'unica descrizione che riassuma queste quattro interazioni. Sono anni, quasi un secolo che ci stiamo dietro, con alterni risultati. Un grande successo è stato conseguito tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, quando si è riusciti ad unificare tre delle quattro forze in circolazione: Elettromagnetismo, Nucleare Forte e Nucleare debole, tramite una teoria scientifica nota come Modello Standard. Il Modello Standard funziona, molto bene, consentendo di fare previsioni che sono state abbastanza verificate. Per quanto riguarda la gravità... Bé, è un po' la bestia nera dei fisici teorici. L'interazione gravitazionale è veramente strana: sembra essere solo attrattiva, è immensamente debole rispetto alle altre ed è talmente bastarda che si rifiuta ostinatamente di farsi descrivere in maniera esaustiva da una teoria quantistica di campo...
Alt! Che diavolo è una teoria quantistica di campo? Prima di tutto è un nome fichissimo. Se si fa cadere l'espressione teoria quantistica di campo in un discorso, anche se si sta parlando delle anche di Totti, si fa una figura fantastica. Tutti rimarranno a bocca aperta. Però occorre un minimo riuscire a descrivere di che cosa si tratta...
Ci provo, pronto a fare la figura peggiore della mia vita.
Immaginiamo un osservabile, una bella pallina di quelle che rimbalzano, giusto per amor di discussione. Non chiediamoci cos'è. Il comportamento di questa pallina è descritto da alcune quantità variabili (la sua velocità, la sua posizione ecc.). Noi possiamo mappare queste quantità disegnandole in un grafico (ad esempio possiamo scegliere la sua distanza da alcuni punti prestabiliti, la sua velocità...). Il grafico in questione è bidimensionale, quindi possiamo mappare giusto due proprietà alla volta. Facciamo uno sforzo di immaginazione: sapendo che le proprietà necessarie per descrivere il comportamento sono tante (butto giù un numero a caso: 9) immaginiamo di costruire un grafico con 9 assi. La "posizione" della pallina in questo grafico ci darà il suo stato, facendo scorrere il tempo la pallina si muoverà e ci darà la variazione del suo stato.
Se questo sembra cervellotico... Il resto è anche peggio.
Ora, quando si analizza la cosa utilizzando gli strumenti della teoria quantistica dei campi si scopre che è possibile dare la stessa, identica descrizione definendo quella che si chiama un'algebra, in cui gli operatori (gli equivalenti delle nostre operazioni tipo più, meno, per, diviso) prendono il posto delle interazioni tra di esse. Ora, tanto per sgombrare il campo da possibili fraintendimenti, qui si sta parlando di rappresentazioni della realtà. I fisici si occupano solo di questo, lasciando la realtà ontologica ai teologi. Chiunque dica che le cose stanno in maniera diversa sta mentendo spudoratamente. Di conseguenza noi possiamo dire che il Modello Standard rappresenta la realtà come un'algebra in cui gli operatori sono le interazioni... Alt, strafalcione: il Modello Standard rappresenta i 3/4 della realtà come un'algebra in cui gli operatori sono le interazioni (c'è molto altro, ovviamente). La gravità, questa disgraziata, ne rimane fuori.
Esistono varie maniere in cui la gravità può essere rappresentata come un'algebra, cosa che in teoria permetterebbe con una certa facilità la riunificazione delle rappresentazioni in un unico modello funzionante. Peccato non funzionino. A parte l'espediente di scrivere un unico tomo diviso in due parti dal titolo "Modello Standard" e "Teoria della Gravità", completamente differenti, non esiste al momento un metodo univoco con cui rappresentare le quattro forze.
E, a questo punto, dopo quest'immensa masturbazione mentale che trascende i secoli, arriviamo al nostro buon Garrett. Il surfista matto, tra un'onda e l'altra - per la cronaca questa è una battutaccia ben poco felice vista la caratura del personaggio e della teoria proposta - ha elaborato un metodo per descrivere *tutte* e quattro le interazioni utilizzando una struttura algebrica denominata E8. La struttura in questione è un bel delirio (anche esteticamente). Entrare nei dettagli non è opportuno, richiede conoscenze ben al di là di quanto comunemente conosciuto. Tentando di spiegarla in termini semplici si può dire che si possono prendere pezzi di questa struttura (delle sezioni) e ritrovare, con un po' di conticini, tante cose che si trovano nei modelli precedenti. Si ritrova il Modello Standard, e fino a qui niente di male, e si ritrova anche una delle formulazioni in termini di teoria quantistica dei campi della Gravità.
Grandioso. Se la cosa funziona Garrett Lisi ha trovato la maniera di mettere insieme i quattro gemelli separati della Fisica Teorica moderna. Non solo: altre cose emergono dalla struttura di E8: prima tra tutti emerge il motivo per cui le forze fondamentali sono quattro, direttamente derivato dalla struttura algebrica di E8 stesso. Uno dei più grandi problemi del Modello Standard - il fatto che tale modello sia strettamente dipendente da una decina di costanti il cui valore dev'essere arbitrariamente determinato - viene risolto, in quanto tali costanti emergono anch'esse dalla geometria della struttura. Alcuni valori risultanti di costanti fisiche sembrano essere in accordo con i valori recentemente misurati, valori per i quali era abbastanza duro trovare una spiegazione.
Inoltre il modello di Lisi ha una proprietà spettacolare che la rende quasi la teoria scientifica ideale per qualunque teorico: prevede l'esistenza di una ventina di nuove particelle che potranno essere rilevata con il nuovo acceleratore in costruzione a Ginevra. Se queste particelle si trovano la teoria funziona. Se non si trovano... Bé, è stato un bel tentativo.
Non è tutto oro quello che luccica comunque: la teoria ha qualche serio problema. A onor del vero, a parte il titolo nel quale Lisi gioca sui doppi sensi (il gruppo E8 è un gruppo che ha le proprietà matematiche di essere un'algebra di Lie sia eccezionale che semplice, da qui gli aggettivi del titolo, mentre la definizione Teoria del Tutto è una battutaccia nei confronti dei fan della Teoria delle Stringhe, un'altra teoria accreditata come la più probabile candidata per la grande unificazione ma, allo stesso tempo, che comincia a mostrare la corda), il lavoro del fisico americano non è una teoria, per sua stessa ammissione: si tratta solo dell'esposizione, anche abbastanza stringata, di un'idea; la matematica retrostante sembra funzionare, e questo è il punto fatto notare più spesso da Lisi. Ci sono dei dubbi sul significato fisico di alcune operazioni da lui fatte, nello specifico il fatto che lui combina (somma) campi scalari, spinori e altre entità di tipo diverso con una certa disinvoltura. Lisi ha un ottima spiegazione matematica per questo, bisogna vedere se l'interpretazione fisica ha senso. La critica selvaggia è stata che è più o meno come sommare massa e frequenza, cosa che anche uno studente di liceo sa essere sbagliata. Ma bisogna dire che, limitandoci al significato fisico, in un ambito di Grande Unificazione un certo senso forse c'è. Altra critica: le sezioni adottate da Lisi per ottenere il Modello Standard e la Gravitazione sono un po' arbitrarie, la spiegazione fino ad adesso adottata è molto simile a "ho scelto queste sezioni perché sono quelle che funzionano". Ottima spiegazione, ma per una Teoria del Tutto si potrebbe chiedere un po' di più.
La critica più forte, comunque, riguarda la non osservanza di un teorema nono come teorema di Coleman-Mandula. Riportare questo teorema in due parole è quantomeno ostico. Ci provo lo stesso: il tipo di interazioni tra particelle, se lo spazio tempo è fatto in una certa maniera, può funzionare solo tra entità ben definite; il modello di Lisi viola questo teorema. C'è un'accesa discussione in corso riguardo a questo punto, che è veramente problematico anche solo descrivere, ma il punto fondamentale è che secondo molti fisici per il modello di Lisi questo teorema non dovrebbe applicarsi minimamente, in quanto l'universo descritto è di tipo diverso da quello richiesto dal teorema di Coleman-Mandula. Uno spazio in continua espansione (spazio di De Sitter), che tra l'altro sembra accordarsi con ciò che osserviamo.
La proposta di Lisi non è, comunque, una teoria completa, quanto una proposta per poter arrivare ad una teoria. Ci vorrà ancora molto lavoro, visto anche che il modello basato su E8 è un modello classico, in cui il tempo scorre in maniera uniforme (lo è anche il modello standard, comunque).
Le critiche qui esposte (non sono le uniche) sono tutte campi aperti, in cui in questo momento i fisici si sfidano con i coltelli sguainati. La maggior parte con bordate matematiche in grado di stendere giganti, un paio di individui anche con bassi metodi da forum; ho letto su una discussione la frase Un troll con un phD è solo un troll... E l'incazzatura dei fisici che si occupano di Teoria delle Stringhe è palpabile. Ma, nella peggiore delle ipotesi, l'esplosione di discussioni anche molto accese sta rendendo possibile un dialogo/scontro che, come ogni vero scienziato sa, è l'unica maniera possibile per far andare avanti la conoscenza.
Fiuuu... E' stata dura, lo ammetto. Un po' di riposo adesso, domani proverò a rileggere quanto ho appena scritto... E troverò che ho scritto un mucchio di incomprensibili fesserie...

sabato 17 novembre 2007

Tempi Interessanti

Sono completamente immerso nella lettura del paper di Lisi sulla ToE (=Theory of Everything) e, soprattutto, delle discussioni che ha scatenato, che si stanno rivelando anche più divertenti e interessanti del lavoro stesso. Ogni pagina è una lotta, e sono spesso costretto a ributtarmi in giro sulla rete per rinfrescare quel (poco) che so sulla teoria quantica dei campi, sulla fisica delle particelle e, a dire il vero, anche su relatività generale e cosmologia. Il mio cervello reagisce bene, ma si vede che sto facendo un bel po' di fatica a scrollarmi di dosso anni e anni di ruggine accumulata ragionando su stupidaggini.
E' evidente che, a prescindere da tutto, ho sbagliato molto nella mia vita... Avrei potuto sono due parole che non si dovrebbero mai usare, ma in questo caso avrei potuto affrontare a muso duro le mie difficoltà, stringere i denti, concentrarmi su quello che stavo facendo e vincere quel mondo, il più bello dei mondi, che stavo perseguendo.
Non l'ho fatto. Non ho rimpianti, ma questo non significa che non sia consapevole che un'altra scelta, una serie di altre scelte una quindicina di anni fa, avrebbe potuto portare ad un diverso Silvio, non migliore, non peggiore ma diverso, forse con meno problemi, sicuramente con più soddisfazioni personali da perseguire.
Bé, se Feynman aveva ragione, da qualche parte là fuori quel Silvio c'è, e in questo momento sta azzannando con famelicità non solo pari, ma molto superiore alla mia E8, per tirarne fuori i più nascosti segreti e per sviscerarla, partecipando alla discussione invece di limitarsi ad osservarla da lontano, con invidia.
Grazie dr. Lisi, almeno mi hai fatto un po' riavvicinare a quel Silvio...

venerdì 16 novembre 2007

Ancora sul buon Garrett Lisi...

... E sulla sua "Teoria del tutto" basata su E8.
Sto faticosamente andando avanti nella lettura del suo lavoro. E quando dico faticosamente intendo proprio che sarebbe più semplice risolvere il cubo di Rubik bendati. Nel mio post precedente esprimevo il dubbio che si trattasse di una bufala... Alcuni commenti particolarmente negativi mi avevano spinto a questo.
Mi correggo ancora una volta. Pare non sia una bufala. Rileggendo per conto mio con attenzione il lavoro ho scosso un po' di ruggine dalle meningi e le obiezioni che avevo tirate fuori mi sono sembrate non molto fondate. Rimane la mia critica sui passaggi saltati, ma che diavolo, dopo tutto stiamo parlando di un lavoro di Fisica ai massimi livelli! E' un mio problema dover ravanare in conoscenze vecchie di quindici anni - o peggio, mai acquisite e da studiare ex novo - per riuscire a comprendere un'opera che, a dispetto del titolo, non è esattamente alla portata del salumiere dell'angolo (ma del surfista della spiaggia accanto si).
La teoria di Lisi ha degli ottimi punti di forza. Il tipo di rappresentazione che usa è ai limiti dell'odio per me, ma rispetto a certe teorie in giro negli ultimi anni è semplice e lineare. E, soprattutto, ha delle splendide implicazioni cosmologiche, sia "debolmente implicite", visto che non si può parlare di esplicito in un lavoro di questa portata, che in prospettiva...
Vado avanti, sperando in un sabato di tranquillità. Spero di poter leggere il lavoro...
Sto stuzzicando alcuni neuroni che credevo dormienti o anestetizzati dall'alcool... Una faticaccia, ma mi pare quasi di essere tornato giovane!

giovedì 15 novembre 2007

Una semplice teoria del tutto?

UPDATE: Qualcosa non torna con l'elegante pezzo di carta prodotto dal gentile dr. Lisi. Alcuni passaggi non sono convincenti, un po' di matematica non mi torna (potrei essere io, la ruggine invade ormai il mio cervello) e mi pare che certe assunzioni siano quanto meno azzardate...
C'è molta poca fisica e molta matematica (del tipo più divertente, devo dire), ma non sono per niente convinto dalla fisica. Ho il sospetto che si tratti di uno scherzo molto ben congegnato. Di alto livello, non c'è che dire, ma uno scherzo.
Temo che la mia fondamentale repulsione per la rappresentazione del Modello Standard e l'algebrizzazione della fisica delle alte energie mi renda un po' scettico, ma la parte che mi è più familiare ha troppi passaggi saltati per i miei gusti.
Voto per lo scherzo. Grandioso, tra l'altro.
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Prima o poi doveva succedere.
Me l'aspettavo da un momento all'altro. Un "tizio", probabilmente un genio (tale Garrett Lisi), a occhio pare essere uno dei tanti freak e spostati che sembrano essere la normalità nella società postindustriale 2.0. Vive spostandosi tra le Hawaii (dove fa surf) e il Colorado (dove, in maniera abbastanza scontata, fa snowboard). Ha la faccia simpatica, sembra tanto uno degli invidiabilissimi bersagli di invidia presentati su National Geographic Adventure o programmi del genere. Non ha giacca e cravatta, non è serio, non fa parte dell'establishment. Secondo molti non è nient'altro che uno dei tanti "parassiti della società" che non producono niente di importante.
Perfetto. Peccato che il buon Garrett, sotto quell'aspetto pacioccone da surfista filosofo nasconda un inquietante e terribile segreto: Garrett non è solo un innocuo surfista. E' un fisico teorico. Pure bravo, pare. Chi conosce i blog e i forum "giusti" sa che il dottor Lisi (perché il suo bravo PhD in fisica teorica ce l'ha...) è molto attivo nelle discussioni tra i teorici che lavorano sulla struttura fine stessa dell'universo. Anche tenuto in buona considerazione.
Il surfista, tra un'onda è l'altra, ha meditato molto sulle simmetrie e sulle rotture di simmetria (che sono tra gli argomenti più importanti nella moderna fisica della GUT). Ha anche meditato abbastanza sui diversi parallelismi tra particelle, sulle loro simmetrie e sulle regole di esclusione quantistiche e sui principi della fisica delle particelle... E alla fine è riuscito a mappare tutte queste proprietà peculiari delle particelle elementari su di un'algebra di Lie molto nota nelle comunità matematiche, la cosiddetta E8.
Questa figura, esteticamente - e matematicamente - molto significativa, ha svariate proprietà interessanti. La cosa più interessante è che, se Lisi ha ragione - potrebbe essere utilizzata come una vera e propria "tavola periodica" delle particelle elementari (come suggerisce lo stesso dr. Lisi), permettendo di effettuare previsioni verificabili con estrema facilità. Per dirla in breve, non tutti i 248 nodi disponibili sono occupati. Questo significa che dovrebbero esistere (o dovrebbero essere producibili nei grandi acceleratori) delle particelle ancora sconosciute con delle proprietà quantiche ben precise previste dalla teoria. Basta andare in un grande acceleratore (tipo il LHA a Ginevra), sparare qualche atomo ad energie semirelativistiche e vedere cosa ne esce fuori. Un gioco da ragazzi, Rubbia ha preso il Nobel scoprendo con questa tecnica il Bosone di Higgs.
Una delle cose interessanti relativamente alla teoria di Lisi è che, se la sua teoria si rivelasse funzionale, per la prima volta avremmo una teoria (exceptionaly simple, come dice nel suo lavoro) in gradi di superare il Modello Standard, la teoria che descrive con un unico formalismo tre delle quattro forze fondamentali della natura (interazione elettromagnetica, interazione nucleare debole ed interazione nucleare forte), includendo nel modello anche la quarta e più elusiva delle forze, la gravitazione.
Tutto questo è stato tirato fuori da un surfista spostato al di fuori dei normali circoli accademici. E' qualcosa che può succedere solo nel campo della fisica teorica e della matematica, dove una serata passata sdraiati su una spiaggia hawaiiana a rilassarsi e a ragionare è più proficua di mesi passati in ufficio. Ma è successo.
Tutto lascia prevedere che, con l'aumento della potenza computazionale disponibile a prezzi bassissimi, con le possibilità di comunicazione praticamente infinite rese disponibili da Internet e con la democratizzazione della conoscenza che diventa sempre di più un principio fondamentale mondiale figure come quella di Garrett Lisi diventeranno sempre più comuni, sempre più importanti. Confesso che non ho ancora letto le 31 pagine del lavoro di Lisi: ho letto la notizia stamattina e ho subito pensato a scriverci sopra qualcosa; mi sono limitato ad una veloce scorsa, ma a prima vista mi pare che il lavoro sia molto valido. Estremamente valido. Può darsi che venga falsificato da qualche esperimento - stranamente ho come un'intuizione per la quale credo che sarà difficile... - ma il suo significato sociologico è indubbio: dopo un secolo e mezzo di predominio assoluto della Big Science, dominata dalle grandi strutture accademiche, inondata dai fiumi di denaro provenienti dall'establishment e legata alle logiche di avanzamento delle Università, la scienza di alto livello si sta nuovamente democratizzando, lasciando spazio ai liberi pensatori, alla gente fuori dagli schemi... In parole povere proprio a quelli che hanno fatto avanzare a passi da gigante la nostra comprensione del mondo fino ai primi anni del secolo scorso.
Un gran bel risultato, che da solo ripaga completamente ogni penny investito nello sviluppo delle reti di comunicazione.

mercoledì 14 novembre 2007

Un paio di vecchie signore



Un paio di vecchie signore, catturate dalla reflex lungo le strade di Trastevere, qualche tempo fa. Non so se siano lì solo per attirare e deliziare i turisti, assetati di colore locale e di simboli caratteristici di una Roma ormai da tempo svanita.
Funzionano, forse, come cartoline, ma non mi interessa più di tanto. Le apprezzo, mi piacciono.
Salute a voi, e lunga vita lontano dal demolitore, vecchie signore!

domenica 11 novembre 2007

Un amico da lontano

Ieri, strano a dirsi, ho avuto una piacevolissima serata. Un "amico di forum" tedesco, Philip, è venuto in vacanza a Roma per qualche giorno. Ci siamo messi d'accordo e ci siamo incontrati verso le cinque de la tarde sulle scale del Palazzo delle Esposizioni a Roma... Abbiamo visto insieme la mostra su Stanley Kubrick (assolutamente meravigliosa!), abbiamo scambiato opinioni sulle rispettive esperienze, siamo andati a cena assieme. Lui (e la moglie) sono persone assolutamente squisite, ha confermato e superato le idee che avevo avuto conoscendolo dal forum...
E' ancora possibile avere piacevoli sorprese dall'umanità. Il mio cosmopolitismo è sempre più spinto... E non mi dispiace per niente.

domenica 4 novembre 2007

In cerca del Mediterraneo

Che fine ha fatto il Mediterraneo?
Son qui, in una calda serata di inizio Novembre e, stupidamente, me lo chiedo. Cosa diavolo è successo all'unica, vera base della nostra cultura?
Già, perché a volte lo dimentichiamo, ma la vera fonte della nostra cultura, del nostro sentire è in questo mare, in questa immensa, ma piccolissima, via di comunicazione assolutamente perfetta, un mare interno intorno al quale, oltre a nascere la civiltà così come noi la intendiamo, - e già forse questo è un segno già ben più significativo rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare - si sono sviluppate le basi delle linee di pensiero che noi seguiamo.
Ramsete II, Mosé, Omero, Socrate, Alessandro Magno, Cesare, Gesù, Adriano, Giustiniano, Maometto, Abelardo, Federico II, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Cervantés, Voltaire, Lagrange, Napoleone, Garibaldi... Potrei andare avanti per ore, se solo volessi fare sfoggio di erudizione. O potrei citare la gloria di Venezia, lo splendore di Bisanzio, la bellezza ultraterrena della Grecia Classica o quella ieratica dell'Egitto, la delicatezza della Spagna Moresca o il comopolitismo della Sicilia Normanna, l'eccitazione culturale della Firenze del Rinascimento o il sogno ribelle e maestoso della conquista Napoleonica...
Tutto ciò è avvenuto proprio qui, sule sponde del Mediterraneo.
O meglio, non sulle sponde del Mediterraneo così come noi lo conosciamo adesso, ma sulle sponde di quel mare che fu la via di comunicazione principe del mondo per millenni. La civiltà nacque, si trasmise e fiorì sulle sponde del nostro caldo mare interno, ramificandosi nelle vicinanze ma sempre basandosi sulla fittissima e continuamente cangiante, evolventesi rete di fibre nervose che si diramano da un porto all'altro.
Sono fibre composte da viaggiatori, volenti o nolenti. Curiosi, giovani tesi ad imparare qualunque cosa non si aspettano di incontrare, schiavi e schiave trascinati a forza dalle loro case, tirati per le loro membra verso un destino che non possono decidere, destinati - con o senza il loro assenso - a mescolare i loro geni, le loro culture, i loro linguaggi e le loro abitudini con le popolazioni sull'altra sponda del mare.
Prima dell'inglese c'era la lingua Franca, un pidgin composto da greco, latino, turco, arabo, italiano, francese, spagnolo, parole in dialetto magrebino e modi dire degli slavi del sud. Era parlato dai marinai di tutto il Mare Mediterraneo, il che significava più o meno tutto il mondo civilizzato dei tempi andati. Le idee si trasformavano in messaggi e libri che si diffondevano a velocità incredibili, portate dagli uomini e dalle donne che viaggiavano lungo le sue sponde e attraverso le sue acque rassicuranti. Prima ancora dell'invenzione della stampa i pensieri degli uomini erano uniti in un network di idee fitto e in evoluzione, in grado di inventare ed elaborare la gran parte delle idee che noi adesso riteniamo nostre.
Poi... Un paio di secoli fa tutto ha cominciato a cambiare molto rapidamente. Non fu una cosa brusca ed immediata, ma graduale, quasi impercettibile, non violenta - almeno per quanto riguarda la diffusione dell'idea, anche se quello che accadde durante il periodo di transizione è stato il più grande susseguirsi di massacri senza senso che la nostra storia ricordi - quanto sottile. A tutti gli effetti il Mediterraneo, inteso come via di comunicazione cosmopolita e incurante del linguaggio parlato, dotato di una cultura e di un sentire comune, passò di moda.
Il suo (o i suoi) assassino fu prima di tutto il Nazionalismo, che prima fece nascere il concetto di nazione, poi di popolo e infine dell'odio verso chi non parlava la nostra lingua e non aveva il nostro stesso luogo di nascita. Fu un vento violento, figlio incestuoso e non voluto del Romanticismo e della Rivoluzione Francese, un uragano che attraversò lentamente e pervasivamente tutta l'Europa, toccando il suo sanguinoso culmine nelle due Guerre Mondiali, per poi allontanarsi, lasciando le Grandi Ideologie, sue sorelle minori, ad occuparne il posto. Quando il vento del Nazionalismo arrivò sulle spndi orientali del Mediterraneo aveva già compiuto il suo misfatto, trasformando quella che era stata fino a quel momento la prima e più importante rete di comunicazione e di scambi del pianeta in un confine crudele, da attraversare solo con grande fatica per ritrovarsi, in ogni caso, in un ambiente ostile, straniero, stordente e difficile da comprendere. Lungi dall'essere quella madre accogliente che i nostri padri - o meglio i nostri bisnonni - conoscevano questo mare è diventato una barriera implacabile. Non sappiamo più cosa succede oltre la barriera azzurra. Mazara e Tunisi distano solo una notte di navigazione. Un tempo si sentivano le stesse parole in entrambe le città. Adesso coesistono solo le rispettive paure, come riflesse in uno specchio, ma identiche.
Siamo ancora uguali nei nostri pensieri. Solo che non ne siamo più consapevoli.

sabato 3 novembre 2007

Dread commerce city



Lunedì scorso Creme è venuto a suonare a Roma. La cosa è stata piacevole (diciamo la verità, ben più che piacevole... Almeno per me), ma per lui dev'esere stato più o meno un incubo. Mi spiego: un megacentro commerciale, un negozio FNAC sperduto al suo interno con al più qualche ragazzino che cercava la copia di Halo III per la sua XBox, un area incontri DESERTA. E quando dico deserta intendo proprio questo, visto che io ero praticamente l'unico pubblico che aveva. Creme, che nonostante tutto è una persona seria, ha suonato, impeccabilmente, magari senza dilungarsi troppo ma senza errori e divertito. Non ha nemmeno spezzato una corda (e per lui non è poco)
Roma, d'altronde, si è dimostrata ancora una volta quella fredda, stupida, metropoli senz'anima e senza lati positivi che è. Sono sempre più sicuro della mia idea di trovare qualche maniera di uscire da questa prigione... Amen.
Almeno, magra consolazione, ne è venuta fuori qualche foto decente...