venerdì 14 marzo 2008

Strade ed elezioni

Ci sono le elezioni. Come si fa ad accorgersene qui nella ridente cittadina di Roma? Non con i comizi (fuori moda, i politici rischiano un po', e poi in una grande città come questa si fanno i comizi solo per radunare folle oceaniche, vere o false che siano). Non con i manifesti elettorali, che mai come quest'anno sono scarsi e poco ispirati.
No, a Roma ci si accorge che sono imminenti le elezioni perché rifanno le strade.
Ogni volta che c'è qualche consultazione - nazionale o amministrativa che sia - la puzza dell'asfalto caldo riempie la città, il traffico impazzisce per i numerosi lavori in corso nelle strade più disastrate che vengono diligentemente - vabbé, è una licenza poetica - ricoperte con un nuovo strato di asfalto fumante; il piccolo particolare che, al primo passaggio di camion, tutti rigorosamente sovraccarichi, il nastro di asfalto fresco e morbido verrà ridotto ad una groviera di voragini dai bordi affilati è assolutamente ininfluente.
Sono lavori che servono a ben poco, ovviamente. Anche dal punto di vista elettorale: ormai i romani, scafati da duemila anni di elezioni, sono totalmente insensibili a queste lusinghe.
E' però divertente notare che succede ogni volta: persone che vivono in questa ridente cittadina baciata dal sole mi confermano che da tempo immemore gli autocarri carichi d'asfalto che ricoprono le buche sono una costante di ogni periodo elettorale.
Solo una piccola nota, tanto per continuare a ricordare che l'emigrazione è l'unica ancora di salvezza... A meno di una soluzione termonucleare.

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