No, a Roma ci si accorge che sono imminenti le elezioni perché rifanno le strade.
Ogni volta che c'è qualche consultazione - nazionale o amministrativa che sia - la puzza dell'asfalto caldo riempie la città, il traffico impazzisce per i numerosi lavori in corso nelle strade più disastrate che vengono diligentemente - vabbé, è una licenza poetica - ricoperte con un nuovo strato di asfalto fumante; il piccolo particolare che, al primo passaggio di camion, tutti rigorosamente sovraccarichi, il nastro di asfalto fresco e morbido verrà ridotto ad una groviera di voragini dai bordi affilati è assolutamente ininfluente.
Sono lavori che servono a ben poco, ovviamente. Anche dal punto di vista elettorale: ormai i romani, scafati da duemila anni di elezioni, sono totalmente insensibili a queste lusinghe.
E' però divertente notare che succede ogni volta: persone che vivono in questa ridente cittadina baciata dal sole mi confermano che da tempo immemore gli autocarri carichi d'asfalto che ricoprono le buche sono una costante di ogni periodo elettorale.
Solo una piccola nota, tanto per continuare a ricordare che l'emigrazione è l'unica ancora di salvezza... A meno di una soluzione termonucleare.
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