mercoledì 29 agosto 2007

La forza degli antenati (parte I°)


Questa vorrebbe essere la prima di una lunga serie. Spero, per una volta, di essere costante.

Mio nonno è morto quando avevo quindici anni. E' stato una delle persone più importanti nella mia vita. Mi voleva bene, aveva una grande considerazione per me, mi ha sempre dato retta. Mi sedevo sulle sue ginocchia da piccolo e lui mi raccontava le sue storie: di quand'era giovane, di quando aveva fatto la campagna di Russia, di quando fu preso prigioniero dai tedeschi dopo l'8 settembre, dei due anni di prigionia in Germania (mi ha trasmesso un senso di repulsione per i tedeschi che solo una serie fortunata di avvenimenti negli ultimi tempi mi ha ribaltato... Ci sono quasi rimasto male, era l'unico vero pregiudizio che avevo).
Mi ha lasciato un diario, scritto con mezzi di fortuna durante la prigionia, struggente, intenso, duro da leggere, particolare.
Tempo addietro, in un mood strano, feci una fotografia (una foto che amo particolarmente) per celebrarlo. La inserisco qui, nel blog, come omaggio a lui. Spero di poterne parlare di più, non appena avrò tempo.
Ti voglio bene, nonno, mi manchi tantissimo.
Quest'anno avrebbe fatto cent'anni.


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